TUNED per il liceo Banzi di Lecce. Il racconto di Federica Sanchez e Ashwanth Ramkumar - Liceo Banzi

TUNED per il liceo Banzi di Lecce. Il racconto di Federica Sanchez e Ashwanth Ramkumar

Federica Sanchez e Ashwanth Ramkumar raccontano le prime fasi di un progetto entusiasmante in cui convergono professionalità e passioni. Il processo in corso e il risultato finale comporranno un piccolo e significativo frammento di un mondo migliore.

Il liceo scientifico Banzi di Lecce ha intrapreso da tempo un radicale percorso di cambiamento. Lungimiranza, attenzione, apertura sono le parole chiave di una revisione complessiva che guarda al futuro con forza e ottimismo.

L’obiettivo del progetto di Tuned è quello di promuovere un rinnovato senso di comunità e di coesione sociale, attraverso una nuova visione del liceo, che potrà diventare un importante centro civico di supporto agli studenti, ma anche all’intero quartiere.

Il punto di partenza condiviso è quello di investire nel senso di responsabilità e di autonomia dei ragazzi.

Il primo traguardo è stato quello di condividere una visione comune degli ambienti scolastici. Partendo dagli studi di Tuned e dalle competenze progettuali di Lombardini22, incrociate con i bisogni di tutti gli stakeholder del liceo, si è pensato di immaginare una scuola pienamente in linea con standard molto alti di qualità degli spazi.

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Il progetto per il liceo Banzi vi dà modo di lavorare e sperimentare su obiettivi molto vicini alle vostre competenze e passioni. Raccontate qualcosa di voi.

Federica Sanchez: Mi sono laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano e in Landscape Architecture presso la Technische Universiteit Delft, Olanda. Successivamente ho lavorato in Giappone, Paesi Bassi e Italia, collaborando a diversi progetti come installazioni artistiche, scuole e ospedali. Nel 2020 ho conseguito il master NAAD – Neuroscience Applied to Architectural Design – presso lo IUAV di Venezia con la tesi From neuroscientific framework to architectural design: a new concept for workplaces, dove ho conosciuto Davide Ruzzon e Ashwanth Ramkumar con cui sto condividendo l’iter di questo progetto. I miei interessi convergono con il mio lavoro: si concentrano nell’intersezione tra arti e scienze, neuroestetica e le applicazioni in architettura e design.

Ashwanth Ramkumar: Mi sono laureato in Architettura presso la School Planning and Architecture (SPA) di Mysore in India nel 2017. Da quel momento e fino al 2019 ho lavorato presso lo studio Interweave a Gangtok nello stato di Sikkim. In quel periodo ho lavorato su diversi progetti dalla progettazione, al 3D modelling, rendering, supervisione di cantiere e interazione col cliente. Successivamente ho conseguito il master in Neuroscience applied to architectural design presso lo IUAV nel 2020. I miei interessi personali sono filmmaking, CG Art e computational design. Come Federica sono architetto, ricercatore e consulente in neuroscienze applicate all’architettura.

La mia prima esperienza, ai tempi di Interweave, è consistita nella progettazione di una scuola di musica in India per bambini svantaggiati. Una sfida progettuale perché low cost, ma durevole e di ottima qualità. È stato interessante scoprire come gli studenti si sono appropriati degli spazi: li usano in modo completamente diverso da come li avevamo ideati, tutto diventa un’area gioco. Un altro progetto cui ho lavorato è stata una scuola per un monastero: una sorta di seminario con spazi ad hoc per la meditazione e la preghiera sviluppato attraverso incontri e confronti con i monaci.

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Ash, quali sono quindi i punti fondamentali di una progettazione attenta alla didattica e soprattutto al benessere degli studenti?

Ashwanth Ramkumar: I bambini hanno bisogno di natura e colori, di un ambiente positivo per riposare, giocare e muoversi.

Come riportato da un paper importante[1] è stato dimostrato che l’aumento dell’attività fisica è in relazione con l’aumento delle prestazioni accademiche in matematica e lettura. Inoltre, gli scienziati autori del paper segnalano come i risultati da loro raccolti suggeriscono che il movimento e i volumi cerebrali specifici sono associati alla salute cognitiva al momento iniziale del test di movimento, oltre a svolgere un ruolo nelle future prestazioni cognitive.

Nella scuola italiana, purtroppo, la motricità è molto ridotta. Probabilmente dietro la scelta di tenere i bambini fermi c’è spesso la paura che i piccoli si possano far male.

Gli spazi poi dovrebbero essere progettati per creare e alimentare il senso di appartenenza da parte dei ragazzi. La confidenza di appartenere allo spazio passa dalla possibilità di poterlo personalizzare.

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Federica, come state cercando di declinare queste istanze nel progetto per il liceo Banzi?

Federica Sanchez: Il punto di partenza dello studio sarà la riconversione degli spazi comuni indoor e outdoor, gli spazi ibridi di connessione ovvero i corridoi, gli spazi comuni interni ed esterni all’edificio scolastico. Spazi flessibili, che rendono possibili personalizzazioni e adattamenti funzionali in rapporto a diverse attività e bisogni.

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Gli spazi rappresentano una dimensione inevitabilmente connessa al sistema formativo.

Ashwanth Ramkumar: Il benessere nell’abitare la scuola rafforza le performance cognitive degli studenti. Il liceo può̀ essere destrutturato e ripensato nella relazione tra dimensione didattica e contesto sociale. Porsi all’ascolto di nuove esigenze permette di rivedere gli spazi, gli arredi, il verde attraverso gli occhi degli studenti. Lo spazio scolastico è parte essenziale dell’impostazione educativa perché genera qualità della vita. Non più solo classi chiuse, ma flessibili e dinamiche, in linea con l’intreccio dei saperi. Bisogna immaginare una scuola da far propria, che soddisfa e coltiva il senso estetico e il benessere complessivo di insegnanti e studenti.

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Quindi un ruolo centrale verrà consegnato alle studentesse e agli studenti.

Ashwanth Ramkumar: Quello del liceo Banzi è un progetto speciale in cui la competenza cresce e si sviluppa grazie a una stretta collaborazione con chi fruisce quotidianamente gli spazi oggetto dell’intervento. Per progettare gli ambienti scolastici si deve intensificare la percezione, disporsi all’ascolto, comprendere le esigenze dei suoi abitanti. Il processo sarà lungo e condiviso, in una visione a lungo termine attraverso sperimentazioni e cambiamenti. In particolare, affinché il progetto non sia calato dall’alto, abbiamo impostato una survey per capire cosa si aspettano dal progetto genitori, studenti e professori. Un secondo questionario sarà rivolto unicamente agli studenti, in cui chiederemo associazioni veloci su aspettative emotive nei confronti dei diversi ambienti della scuola.

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Il processo è appena iniziato, ma alcuni punti sono già stati delineati.

Federica Sanchez: Abbiamo definito alcuni criteri che reputiamo fondamentali come trasformare progressivamente in base all’età degli studenti le classi con laboratori; manipolare le componenti architettoniche e spaziali per migliorare le performance cognitive; favorire l’apprendimento orizzontale attraverso l’interazione sociale; imparare attraverso il movimento del corpo e integrare le nuove tecnologie come l’esperienza immersiva di Cave.

In particolare, stiamo studiando come progettare gli spazi di insegnamento in modo diverso in base alla materia che vi viene insegnata, per creare un maggiore coinvolgimento emotivo. Dopo questa fase embrionale di ricerca e progettazione, passeremo alla fase di modulazione delle componenti architettoniche per migliorare le capacità attentive e la memorizzazione e in generale le performance cognitive degli studenti.


[1] Childhood aerobic fitness predicts cognitive preformance one year later di Laura Chaddock, Charles H. Hillman, Matthew B Pontifex, Christopher R. Johnson, Lauren B. Raine e Arthur F. Kramerpubblicato nel 2012 dal Journal of Sports Sciences.