All’interno del progetto AMBIENCE, affidato dalla società SEA allo studio Gnosis di Napoli, lo sviluppo delle attività di TUNED si è articolato in una consulenza per verificare e ridefinire le scelte progettuali nelle sei aree principali interne allo scalo aereoportuale di Linate. Nell’area sicurezza, meglio nota come controllo bagagli, diversamente, TUNED è stata incaricata direttamente della redazione delle linee guida e del progetto architettonico.
Le sei aree per le quali è stato definito un brief di tipo neuro-architettonico sono tutti i check-in, le aree di imbarco ai gates, oltre alla security, come menzionato.
Sul piano metodologico le attività di TUNED sono partite da uno studio dei profili degli utenti, in modo da individuare le caratteristiche peculiari dei gruppi. Dopo questo passaggio, lo studio si è focalizzato sulla comprensione dell’essenza fenomenologica delle esperienze delle persone. Questo approccio ha consentito di definire un paesaggio molto preciso delle attese degli utenti. L’analisi infatti, studiando i percorsi, le aree di sosta e di interazione, individua delle micro-aree interne ai diversi ambiti, che possono essere articolate in modo specifico, caso per caso, micro-zona per micro-zona. All’interno del check-in, ad esempio, sono state ricosciuti ambiti denotati dall’attesa, dalla ricerca, dall’esperienza di affidare ed iniziare, oppure di accogliere e controllare.
La consapevolezza di queste differenze ha permesso di riconoscere i diversi stati emotivi attesi nel corso delle diverse esperienze, dai diversi profili di utenza. Ogni passaggio all’interno dello scalo innesca diversi immaginari: solo partendo dalla loro dettagliata consapevolezza è possibile individuare le soluzioni progettuali più adatte, e quindi trasferire questi imput sotto forma di linee guida. Gli stati emotivi attesi, ed impliciti, sono diverse aggregazioni di stati che il nostro corpo possiede, grazie alle esperienze precedenti, e che proietta cercando conferma nell’esperienza in corso. Uno di questi può essere la freschezza, che si è associato a passaggi ben definiti nel percorso interno: la sensazione, in quanto corporea, è parte di una memoria cinetica più estesa, in questo caso ad esempio del tuffo. Così si sviluppa gradualmente un’associazione tra le sensazioni emotive attese degli utenti (calore, energia, riposo, eccitazione, stupore) e cinematiche motorie del corpo che coinvolgono lo spazio, e ne determinano una geometria, insieme ad altri parametri progettuali.
Nelle diverse zone dello scalo – compresa la security, nella quale la combinazione tra esigenze degli utenti e dello staff ha richiesto una analisi molto minuziosa degli ambiti e delle nicchie entro le quali le azioni/interazioni si sviluppano – per ogni ambito connotato da
un’azione definita, sono state indicate le dinamiche percettive principali (movimenti del soffitto, dei confini laterali, o del pavimento, rispetto al corpo in transito), le qualità luminose, acustiche, materiche, cromatiche, in modo sinfonico, al fine di regolare la combinazione percepita, muovendosi all’interno della nicchia disegnata, secondo lo spartito indicato dalla sensazione di freschezza, calore, leggerezza, od altro. Per controllare la scelta dei parametri di progetto, ogni singola cinematica (tuffo, stendersi, sedersi, saltare, abbracciare), la quale ingloba al suo interno la sensazione attesa, viene analizzata in ogni sua fase costitutiva. Il salto ad esempio nelle sue tre fasi chiave, dell’equilibrio, della compressione e del distacco da terra. Ogni fase viene studiata come una condizione a sé stante, osservando come muscolatura, scheletro, luce percepita, assorbimento dei suoni, ritmo del battito e del respiro, movimenti della muscolatura liscia, parametri chimici, temperatura e stimoli sulla pelle, come tutti questi dati caratterizzino ogni singola fase del gesto motorio. Partendo dalla conoscenza su come questi parametri sono modificati nel corso della percezione, tra corpo e spazio agito, si ricavano le informazioni per definire, come un effetto boomerang, a ritroso, le caratteristiche architettoniche. Il brief viene costruito tassello per tassello, controllando passo tutti gli elementi in gioco nella relazione che gli utenti innescano con lo spazio. In questo modo la cinematica, con la sensazione attesa dagli utenti, e trasferita nel progetto, possono essere in modo implicito riconosciute mentre si avvicina l’area check-in, oppure lo spazio del controllo dei bagagli, od ancora ancora quando si attende l’apertura dell’imbarco nei gates.
Lo spazio dello scalo viene così scolpito esattamente sulle esigenze delle persone, a partire dalle memorie che il corpo custodisce, a partire dalla nascita.