Progettare le Scuole - Progettare le Scuole

Progettare le Scuole

Il contributo di neuroscienze e pedagogia nella progettazione di paesaggi educativi

In un momento delicato come questo, in cui le continue restrizioni e la didattica a distanza fanno riaffiorare con maggior potenza i problemi relativi al ruolo degli ambienti scolastici, reali o virtuali, nel processo di apprendimento, è necessario tornare a parlare di scuole.

E lo è ancora di più alla luce di quelle ricerche, condotte in campo neuroscientifico e pedagogico negli ultimi anni, che stanno ribadendo, in maniera più puntuale e definita, l’idea che la configurazione formale e l’organizzazione dello spazio architettonico, inteso come ambiente di apprendimento, svolgano un ruolo fondamentale sui processi di apprendimento, memorizzazione e sviluppo cognitivo.

Davide Ruzzon, durante il suo lungo intervento, ha focalizzato l’attenzione su tre aspetti in particolare:

– il rafforzamento emotivo

la libertà di movimento

il radicamento nel contesto territoriale

Progettare le Scuole - Indire
Scuola Tecnica Commerciale Peruzzi. Da Archivio storico di INDIRE

Emozioni

Con il libro L’Errore di Cartesio, il neuroscienziato Antonio Damasio ha rovesciato il concetto secondo cui le emozioni dovessero essere considerate come un complemento di secondaria importanza, affermando, al contrario, che senza di esse non potrebbe esservi alcun processo razionale. Fruendo della storia emotiva sedimentata nella memoria a lungo termine, la nostra capacità razionale riesce a ridurre lo sforzo cognitivo e a permettere all’apprendimento di avvenire in maniera più fluida e intensa. Le emozioni, quindi, grazie a quello che Damasio definisce marcatore somatico, fungerebbero da guide implicite che ci indurrebbero a selezionare e muoverci lungo una direzione piuttosto che un’altra e a comprendere il mondo senza dover utilizzare troppi processi cognitivi.

Progettare le Scuole - O.S.
Oskar Schlemmer, Persona in relazione allo spazio, 1921

Movimento

Altro aspetto imprescindibile per lo sviluppo cognitivo, l’attenzione, la memorizzazione e l’apprendimento è il movimento.

L’esplorazione dello spazio, infatti, attraverso la motricità corporea, è in grado di stabilizzare la conoscenza, imprimendola nella memoria a lungo termine.

Già Emile Jaques Dalcroze, musicista e pedagogo svizzero, aveva intuito, agli inizi del secolo scorso, che per apprendere bisognasse avere una dimensione emotiva particolare e che il movimento del corpo nello spazio fosse un elemento in grado di stimolarla. Questi principi sono stati definiti attraverso una nuova disciplina: l’euritmica.

La didattica della futuristica scuola di musica, fortemente voluta da Dalcroze e progettata dall’architetto Heinrich Tessenow a Hellerau, si basava sul presupposto che l’acquisizione del senso del ritmo venisse agevolata nel caso in cui la scansione dei tempi musicali fosse stata accompagnata dai movimenti del corpo. Come sosteneva Dalcroze infatti:

«L’elemento fondamentale, maggiormente legato alla vita e all’arte del suono è il Ritmo! Il Ritmo dipende esclusivamente dal movimento e trova l’esempio perfetto nel nostro sistema muscolare.» 

A sostenere queste ipotesi, le recenti ricerche di Dickerson, Gerhardstein e Moser, che hanno dimostrato come una didattica improntata sull’uso prevalente dello schermo favorisca lo scollamento dell’integrazione multisensoriale, impedendo alla dimensione empatica di innescarsi. Mancando la componente emotiva e quella cinetica, infatti, l’apprendimento attraverso l’uso prolungato degli strumenti digitali, richiederebbe un incremento dello sforzo cognitivo-attentivo e, di conseguenza, un maggior consumo, da parte del cervello, di energie e l’aumento dei livelli di stress.

Come sostiene Filippo Gomez-Paloma in Progettare gli spazi educativi, «le ricerche neuroscientifiche attestano che il cervello usa un linguaggio spaziale e che i meccanismi specializzati nella percezione e nell’elaborazione visuo-spaziale orientate all’azione coinvolgono meccanismi cognitivi.» (2020)

Progettare le Scuole - Dalcroze
La Scuola di Dalcroze: quattro danzatrici in volo (ph. Frederick Boissonnas)

Paesaggio educativo

La progettazione degli spazi scolastici dovrebbe tener conto di questi elementi e far convergere le conoscenze accumulate da pedagogia, neuroscienze e psicologia verso la concezione di una scuola fortemente radicata nel territorio.

Una scuola che si ponga, allo stesso tempo, come una grande casa e una piccola città, in cui inclusione, partecipazione, e integrazione vengono facilitati.

E dove l’ambiente scolastico si trasforma in quello che l’architetto Herman Hetzberger ha definito come paesaggio educativo. «Paesaggio mutevole, continuamente in stato di flusso, [la cui] maggiore qualità è quella di essere capace di assorbire e adattarsi ai cambiamenti.  […] in grado di ospitare il più specifico ma anche il più mutevole degli interessi, è un luogo dove ogni cosa ha la sua nicchia e ognuno si sente a proprio agio e allo stesso tempo appartiene ad un insieme, ad uno spazio aperto, ad una rete di strade e piazze dove tutto è preparato per favorire il maggior numero di contatti, confronti ed esperienze.»

Progettare le Scuole - H.H.
Herman Hertzberger, Apolloscholen, Amsterdam, 1980-83.

Configurazione e organizzazione spaziale

Dallo spazio fisso, chiuso e rigidamente definito della scuola-caserma, impostata sui principi di ordine e disciplina, sulla docilità dei corpi, assimilati a freddi oggetti e su una didattica in cui le nozioni devono essere trasmesse in maniera gerarchica e frontale, al calore della scuola-casa-città, connotata da spazi flessibili, aperti e neuro-sostenibili, in cui il corpo è in continuo movimento e l’apprendimento assume molteplici connotazioni (libero, creativo, individuale, di gruppo etc.) come molteplici sono le atmosfere spaziali che emergono.

Concorso Negrar

La partecipazione al concorso, bandito nel 2016 dal Comune di Negrar, per la progettazione del nuovo Istituto Scolastico, ha fornito a TUNED, e al gruppo Lombardini22, l’occasione per tradurre questi concetti in linguaggio architettonico. Obiettivo: innescare negli utenti gli stati emotivi incorporati in alcune cinematiche motorie: nel caso del salto, ad esempio, il dispositivo spaziale è stato concepito affinché gli studenti, dirigendosi dall’esterno verso le aule, percepissero una sensazione di leggerezza nella fase di preparazione all’attività di apprendimento.

Progettare le Scuole - 1157 Cam3 72

Bibliografia

Damasio 1995 – Antonio Damasio, L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi Edizioni, Milano 1995.

Foucault 1993 – Michel Foucault, Sorvegliare e punire. La nascita della prigione, Giulio Einaudi Editore, Torino 1993.

Vanacore-Gomez-Paloma 2020 – Roberto Vanacore, Filippo Gomez-Paloma, Progettare gli spazi educativi. Un approccio interdisciplinare tra architettura e pedagogia, Anicia Editore, Roma 2020.