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Lobby Alive: l’esperienza del cibo nell’hotellerie

«A tavola si vive un processo di civiltà che è cultura ed è stato così a partire dal Simposio di Platone e dall’Ultima cena in poi. Fin dalle società primitive la manipolazione degli alimenti non risponde solo al bisogno nutrizionale, ma si colloca in un cosmo intellettuale e fantastico ove si incontrano uomini e dèi, sacro e profano, morti e viventi, caricando il cibo di valori che trascendono la sua natura materiale». [1]

Tullio Gregory
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Con queste parole il filosofo e storico italiano Tullio Gregory sottolineava, in una Lectio Magistralis tenuta a Parma nel 2009, l’importanza dell’arte culinaria nella costruzione dell’identità di una società e del suo senso di civiltà suggerendo di riconquistare quel «patrimonio fatto di tradizioni enogastronomiche che è parte integrante della nostra storia, recuperando insieme il piacere della tavola, momento fondamentale di un vivere civile». [2]

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L’esperienza del cibo, durante la sua preparazione prima e la sua degustazione poi, infatti, innesca un turbinio emotivo che, coinvolgendo il sistema nervoso e il corpo, costituisce una struttura stabile e riconoscibile alla nostra cultura e alla nostra identità.

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«Quando annusiamo non sentiamo solo un odore, quando assaggiamo non sentiamo solo un gusto. Abbiamo ricordi. Soffriamo. Gioiamo. Speriamo. Odiamo. Dialoghiamo con il corpo nella sua totalità, pretendiamo, osserviamo […] ed è il cervello, non la nostra riflessione cosciente, a coordinare tutti questi processi». (Holley 2009).

Questa sublimazione sensoriale avviene in particolar modo quando lo spazio fornisce un supporto adeguato a tali esperienze facendo entrare in sintonia le attese emotive, ovvero le aspettative degli utenti, con le sensazioni reali vissute una volta entrati in un ambiente costruito.

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Il cibo, i suoi profumi, il suo legame con il luogo e con la tradizione, sono l’asse attorno a cui ruota il concept Lobby Alive, nato dalla volontà di NH Hotel Group di ripensare le aree comuni e trasformarle in punti di incontro e spazi esperienziali aperti a tutta la città e non solo agli ospiti degli hotel.

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Il Direttore della qualità del gruppo NH, Cesar Perez Rodriguez, ha spiegato a Davide Ruzzon, Direttore di Tuned-Lombardini22, in che modo sia stato possibile migliorare la qualità dell’esperienza dei propri ospiti e allo stesso tempo incrementare il fatturato dell’azienda attraverso la realizzazione di spazi fortemente connotati dall’atmosfera enogastronomica.

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Davide Ruzzon: Quali obiettivi avete seguito per realizzare Lobby Alive, in modo che questo spazio fosse in grado di recepire e rispondere ai bisogni degli utenti?

Cesar Perez Rodriguez: L’azienda ha una preoccupazione costante nel migliorare l’esperienza del cliente attraverso tutti i servizi che offriamo. Avevamo degli hotel con lobby meravigliose ma sottoutilizzate e, dopo un’analisi della tipologia dei clienti e delle loro esigenze di relazione all’interno dell’hotel, è emerso un concetto che permette al cliente di godere delle aree comuni dell’hotel in diverse versioni: una zona di lavoro, una zona di relax con camino, una zona per bere qualcosa, una zona per il pranzo o la cena e anche uno spazio per interagire con i colleghi fuori casa in modo confortevole. L’obiettivo principale è quello di far sentire le persone accolte come se fossero a casa loro.

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DR: In che modo è stata prima studiata, e poi sviluppata, l’esperienza del mangiare in questo concept architettonico?

CPR: L’azienda ha fatto grandi sforzi per recuperare il prestigio gastronomico degli hotel negli ultimi anni innovando attraverso nuovi concept i propri spazi. “Tablafina”, che si ritrova anche in Lobby Alive, è un esempio di come tener conto delle esigenze del cliente attraverso il godimento totale degli spazi comuni. Questo non riguarda solamente la ricerca di un maggior comfort fisico ma anche sensoriale, e per farlo il cibo e le bevande sono di grande aiuto. Il cliente può sentirsi a casa non solo nella sua camera, ma anche negli spazi comuni dell’hotel, comodi, moderni, caldi, flessibili e in continua evoluzione.

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Il rapporto emozionale che ne deriva, quindi, permette all’ospite di instaurare durante tutto il soggiorno un legame affettivo duraturo con il luogo in cui si trova rendendo ancora di più memorabile la propria esperienza.

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«Tanto nel cibo quanto nel vino la ricerca dell’abbondanza fa parte della storia del gusto e rispecchia le tensioni e i desideri di una società, soprattutto la voglia di superare ogni limite imposto dalla stessa condizione umana.» [3]

Tullio Gregory

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Bibliografia

Coricelli 2021 Carol Coricelli, Sofia Erica Rossi, Guida per cervelli affamati. Perché da bambini odiamo le verdure e altri misteri neurogastronomici che ci rendono umani, Il Saggiatore, Milano 2021;

D’Errico 2021 – Anna D’Errico, Profumo di niente. Perdere l’olfatto e riscoprire i propri sensi, Codice Edizioni, Torino 2021;

Gregory 2021 – Tullio Gregory, (a cura di Gianni Moriani), L’eros gastronomico. Elogio dell’identitaria cucina tradizionale, contro l’anonima cucina creativa, Editori Laterza, Roma-Bari 2021;

Holley 2009 – Andrè Holley, Il cervello goloso, Bollati Boringhieri, Torino 2009.


[1] Tullio Gregory, Per una fenomenologia del gusto, Lectio magistralis, Parma 2009.

[2] Ivi.

[3] Ivi.

By Antonio Sorrentino