Lo spazio delle relazioni - EEG measurments in VR

Lo spazio delle relazioni

Codificare gli altri e lo spazio architettonico

L’abbiamo sempre intuito, ora lo sappiamo. L’esperienza dinamica dello spazio fisico influenza i meccanismi cerebrali che sono alla base della comprensione delle espressioni corporee degli altri: è il risultato dello studio dell’Istituto di neuroscienze del Cnr-In (Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto di Neuroscienze, sede di Parma) in collaborazione con Lombardini22.

Quante volte abbiamo detto “la prima impressione è quella che conta”? Siamo convinti che la prima sensazione sia affidabile e quasi rivelatrice della persona che abbiamo di fronte. E se la nostra prima impressione non fosse solo frutto del nostro intuito, ma fosse invece influenzata dallo spazio in cui siamo immersi?

Le sperimentazioni svolte dal Cnr-In in collaborazione con Lombardini22, basate su un’esperienza architettonica dinamica ricreata in ambiente virtuale, hanno dimostrato che lo spazio imprime un effetto sui processi neuronali circa 250 millisecondi prima dell’inizio dei processi cognitivi che scaturiscono dalle caratteristiche posturali di un’altra persona.

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Fig. 1 Rappresentazione delle prove sperimentali e degli stimoli virtuali. (A) Immagini delle tappe del percorso nei diversi ambienti virtuali fino all’incontro finale con l’avatar. (B) Ambienti virtuali con forme a bassa/alta eccitazione, nelle tonalità calde e fredde. (C) Esempio di avatar con postura del corpo a bassa, medio, e alta eccitazione.

Dunque si può concludere che la conformazione dello spazio in cui si muove una persona influenza la percezione che si ha degli altri, e quindi la possibilità di tessere relazioni. Più lo spazio che attraversiamo ci mette in uno stato di tranquillità e rilassamento, maggiori saranno le risorse cognitive che riusciamo a predisporre durante l’osservazione dell’altro. Viceversa, più lo spazio ci pone in uno stato di tensione, minori saranno le risorse disponibili per valutare le caratteristiche corporee dell’altro. Poiché sia i processi neurali che dipendono dalle caratteristiche spaziali che quelli relativi alle caratteristiche posturali dell’altro dipendono dall’attivazione del sistema motorio, questi risultati confermano che tale sistema svolge, quindi, un ruolo fondamentale nel processamento di informazioni sia corporee sia spaziali.

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Fig. 2. Attivazioni topografiche e risposte cerebrali (misurate con Elettroencefalogramma) correlate ad architettura e caratteristiche posturali dell’avatar.

Per tanto tempo invece si è ritenuto che le relazioni sociali e quelle che si stabiliscono con lo spazio dipendessero da due processi di codifica neurale indipendenti. Gli esperimenti condotti nei laboratori del Cnr-In hanno invece messo in luce l’intrinseca relazione tra spazio e corpo in quanto la capacità che ha il nostro cervello di codificare gli altri dipende dall’esperienza effettuata con lo spazio circostante. Queste due esperienze di spazio e corpo, infatti, non solo hanno dei punti di contatto, ma sono addirittura interdipendenti.

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Fig. 3. Mappe cerebrali attive in presenza di un avatar con determinate caratteristiche posturali nei diversi ambienti virtuali.

Abbiamo chiamato questa scoperta “Effetto Doppia Relazione” perché esprime un continuum ciclico di influenza che si rinnova costantemente, tra l’esperienza dello spazio e la relazione che stringiamo con le altre persone. Lo studio apre nuove possibilità di ricerca sul fronte delle neuroscienze. Sarà quindi fondamentale comprendere pienamente come la progettazione degli spazi che viviamo, per esempio il posto in cui lavoriamo o il quartiere in cui abitiamo, influisce sui meccanismi cerebrali alla base delle emozioni, e di conseguenza sulle relazioni tra individui.

Il risultato – straordinario – è stato raggiunto dal team di ricerca composto dai neuroscienziati Paolo Presti, Gaia Maria Galasso, Rita Rossi, Pietro Avanzini, Fausto Caruana, coordinati da Giovanni Vecchiato e con l’autorevole contributo di Giacomo Rizzolatti, insieme all’architetto Davide Ruzzon e ai nostri progettisti Ashwanth Ramkumar e Federica Sanchez. La cornice è quella di NuArch, l’ampio progetto di ricerca attivo dal 2019, frutto della collaborazione tra Lombardini22 e la sede di Parma dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, il cui obiettivo è quello di indagare l’impatto dello spazio architettonico sullo stato psicofisiologico dell’individuo.

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Fig. 4. Tempi di fissazione delle diverse posture del corpo dell’avatar negli spazi architettonici.

La scoperta dell’Effetto Doppia Relazione aggiunge un tassello fondamentale a NuArch: dopo aver dimostrato come lo spazio architettonico influenza chi lo vive[1], oggi possiamo dire che lo spazio influenza anche il modo con cui le persone si incontrano.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences, una delle riviste scientifiche più prestigiose a livello internazionale: Architectural experience influences the processing of others’ body expressions.


[1] I primi risultati (link all’articolo) del progetto di ricerca di NuArch sono stati pubblicati nel 2022 su Scientific Reports, rivista divulgata da Springer Nature, in cui si dimostrano gli effetti che la conformazione spaziale ha sugli esseri umani da un punto di vista affettivo.