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Analisi morfologica e percettiva dello spazio

L’incontro tra neuroscienze e architettura continua a produrre risultati di notevole interesse. Le ricerche sviluppate offrono un supporto pratico, oltre che teorico, alla progettazione di spazi sensibili al benessere psico-fisiologico e alla comprensione di quei processi cerebrali che stanno alla base di tale stato. Lo studio del movimento dei pedoni in uno spazio architettonico, ad esempio, che da sempre attira l’attenzione dei progettisti e che è oggetto di varie indagini neuroscientifiche, ha permesso al team di TUNED e R&D di definire il posizionamento e l’orientamento del City Tree di Bari.

Attraverso le neuroscienze è possibile analizzare come l’acquisizione e l’utilizzo della conoscenza dello spazio avvengono a livello cognitivo. Nello specifico si tratta delle capacità che consentono alle persone di orientarsi nell’ambiente costruito, memorizzare percorsi, e muoversi per portare a termini gli obiettivi cognitivi prefissati. Grazie all’applicazione della psicologia ambientale inoltre, è possibile indagare più a fondo da un punto di vista comportamentale e percettivo. Esiste evidenza scientifica infatti, che dimostra come la struttura geometrica dello spazio influenzi la percezione che si ha di esso e di conseguenza il comportamento che ne scaturisce, e non in ultimo le decisioni che vengono prese.

Il movimento pedonale può essere di due tipi: attratto e naturale. Oltre al movimento attratto, imputabile alla presenza delle attività insediate e alle “ancore” dal potere attrattivo, esiste un movimento naturale la cui distribuzione è dovuta all’articolazione dei percorsi, alla distribuzione delle componenti che compongono il network del layout architettonico, al numero di cambi di prospettiva visuale che si susseguono lungo il percorso. La dimensione percettiva dello spazio è da ritenersi fondamentale nella guida al movimento naturale e determinante le precondizioni di utilizzo dello spazio.

La percezione dello spazio nella sua totalità, durante la navigazione, avviene mettendo a sistema tre elementi: oggetti di riferimento (landmarks), complessità del layout spaziale, vista come il numero di stanze e corridoi e la loro configurazione, e prospettiva, da intendersi come la conoscenza che il soggetto ha del posto e che può portarlo a stimare distanze e grandezze. Interagendo con queste tre variabili l’individuo costruisce una mappa mentale dell’ambiente in cui si trova, una rappresentazione semplificata dello spazio che gli permette di orientarsi e navigare lo spazio intorno a sé.

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L’analisi degli effetti che la morfologia dello spazio ha sui processi cognitivi, può contribuire ad aumentare la qualità dell’esperienza dello spazio costruito: diminuire lo stress generato dagli affollamenti, dagli eccessivi stimoli visivi o dalla carenza di essi, dalla difficoltà nell’individuare la meta da raggiungere che spesso finisce con la frustrazione di perdersi.

Le ultime scoperte in ambito scientifico riguardo la navigazione umana permettono di approcciare la progettazione dello spazio applicando un metodo “evidence-based”, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dello spazio costruito. A partire dalla conoscenza delle risposte neurofisiologiche agli stimoli durante la navigazione, e dei conseguenti meccanismi di orientamento, memorizzazione dei percorsi, e processi decisionali, il disegno dello spazio geometrico di un luogo può “accomodare” i comportamenti umani. L’analisi configurazionale ci permette quindi di mettere in luce la relazione che intercorre tra spazio e movimento, con lo scopo di analizzare il “ruolo sociale” dello spazio misurandone il potenziale di attivazione di pattern di movimento in gruppi di persone.

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Per la definizione del posizionamento e dell’orientamento del City Tree nella città di Bari, sono stati considerati tre aspetti principali: la morfologia spaziale di Largo Sorrentino, il movimento dei flussi di persone e l’impatto che questi hanno sulla percezione visiva. Grazie all’applicazione della ricerca in neuroscienze e psicologia ambientale è stata definita la posizione e l’orientamento del City Tree per gli effetti potenziali che esso può avere sul benessere psicofisico a partire dal grado di visibilità, che ne facilita il raggiungimento e la generazione di un luogo di incontro.

Attraverso l’utilizzo di algoritmi è stato possibile calcolare la potenziale visibilità a partire da tutti i punti di Largo Sorrentino, e il luogo dove il City Tree è stato posizionato è quello in cui è più facile bilanciare l’equilibrio tra stimoli visivi ricevuti e la possibilità di una pausa rigenerante, grazie anche all’aria fresca proveniente dal dispositivo e alle fioriere già presenti.

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Questo approccio ha permesso inoltre di calcolare la facilità di raggiungimento, e il punto scelto è quello in cui le probabilità che il City Tree rientri nel campo visivo dei passanti sono più alte. L’orientamento invece offre degli stimoli visivi ai pedoni che si muovono lungo il porticato, permettendo anche a chi è in attesa di mezzi pubblici una fonte di informazioni.

I professionisti di Lombardini22 che hanno sviluppato la ricerca sono:

Viola Cambiè, Consultant Engineer, R&D, Computational Designer, DDLAB

Federica Sanchez, Architect and Neuroscience consultant, TUNED

Ashwanth Ramkumar, Architect and Neuroscience consultant, TUNED