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Nel progetto Biennale Sessions, le neuroscienze applicate all’architettura

22 maggio 2021 – l’intreccio tra scienze umane e processi di progettazione architettonica

Davide Ruzzon, direttore di TUNED Lombardini22, partecipa al progetto Biennale Sessions, dedicato a università e istituti di formazione superiore, in occasione della 17. Mostra Internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia How will we live together? presentando il terzo numero della rivista Intertwining e alcune tesi di laurea del Postgraduate Master Program NAAD – Neuroscience applied to Architectural Design, IUAV, 2019/2020.

22 MAGGIO
Ai giardini della biennale o in streaming

POSTGRADUATE MASTER PROGRAM NAAD
Presentazioni delle Tesi di Laurea

11:20 – 13:30
registrati alla diretta zoom
WEAVING BODY CONTEXT
Presentazioni del terzo volume di Intertwining

14:30 – 16:30
registrati alla diretta zoom

L’intreccio tra scienze umane e processi di progettazione architettonica partecipa al progetto Biennale Sessions in occasione della 17. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia con un doppio seminario nella giornata di sabato 22 maggio, presso la Sala F del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale.

Da alcuni anni, Davide Ruzzon insieme a Lombardini22 è impegnato nello studio, nella elaborazione e diffusione dell’importanza delle neuroscienze nell’ambito di progetto attraverso un’ampia riflessione sull’esperienza dello spazio e la capacità di indagarne la percezione.

Diretto da Davide Ruzzon, Sarah Robinson e Alessandro Gattara, il terzo volume di Intertwining intitolato Weaving body context è dedicato al contesto. Perché è così importante per la vita delle persone e degli edifici che ospitano le nostre umane coreografie? Ci sono delle ragioni filosofiche e scientifiche in grado di illuminare il nesso profondo tra le traiettorie, che i nostri corpi seguono dentro lo spazio costruito, e la forma, la qualità e la stratificazione dello spazio aperto che avvolge e custodisce questo vagare?

Il terzo numero di Intertwining è nato intorno a questo interrogativo. Sarah Robinson, Alessandro Gattara e Davide Ruzzon, gli editor del magazine, hanno chiamato personalità e studiosi, architetti e filosofi, da tutto il mondo. Partendo dall’India, da dove è intervenuta Meghal Arya, architetto e professore di Ahmedabad, alla CEPT University, fino agli Stati Uniti, da dove hanno scritto Shaun Gallagher, filosofo, Sergei Gepshtein, Harry Mallgrave e David Seamon, storico l’uno e teorico dell’architettura l’altro. In Italia sono stati raccolti gli interventi di Alberto Ferlenga, storico dell’architettura e rettore dello IUAV, di Gennaro Postiglione e Enrico Miglietta, architetti, rispettivamente docente e ricercatore al Politecnico di Milano. Dall’Europa sono intervenuti al tavolo virtuale David Sim, architetto e partner di Gehl Architect Copenaghen, Isabella Pasqualini, architetto e ricercatrice a Parigi. Completano il numero gli interventi dell’antropologo inglese Tim Ingold, Marcus Weisen di Tours, Klaske Havik di Delft, Adrienne Rich di Santa Cruz, California.

L’esito dell’intreccio polifonico si riassume nella condivisa necessità di ridare al cammino, al gesto semplice di attraversare lo spazio con il corpo, nell’alternarsi di pieni e di vuoti, una nuova centralità. Una collocazione primaria che si nutre della consapevolezza dei risvolti cruciali che tutto questo ha per la salute mentale, per la qualità delle relazioni umane, e per il tessuto civile delle città.

Il contesto è importante quanto l’oggetto che accoglie. Meglio, non esiste nessuna discontinuità tra lo spazio chiuso e lo spazio aperto. Se l’architettura è la seconda coscienza dell’uomo, come ci ricorda Alva Noe, allora lo spazio vuoto potrebbe essere considerato come la seconda coscienza della società, o dalla comunità che abita una città.

Da molti decenni il tema del contesto è stato rimosso dalla discussione. I progetti raramente respirano aria di quartiere. Più spesso sono monadi introverse, qualche volta affascinanti, più spesso banali e insignificanti. In ogni caso, il tema del rapporto tra il volume costruito e lo spazio vuoto intorno è stato estromesso. Sarà perché rimbalziamo come palline in un flipper all’interno di luoghi chiusi – ufficio, fabbrica, centro commerciale e casa – o virtuali – come i social media – però lo spazio aperto del quartiere sembrava poter non esistere più, tanto era negletto. Poi è arrivata la pandemia.

In questo nuovo scenario, abbiamo dovuto forzatamente rimuovere lo spazio esterno dalla nostra esperienza quotidiana. Nel periodo del lockdown totale, in particolare, lo spazio esterno dalle nostre case era un oggetto del desiderio. Come per contrappasso, le relazioni si sono spostate solo davanti a schermi digitali, in un contesto fisico perlopiù minimale, nella grande maggioranza dei casi.”

Alva Noë – filosofo

L’incontro dedicato a Intertwining sarà preceduto in mattinata, dalle 11:30 alle 13:30, dalla presentazione di alcune tesi di laurea selezionate del Postgraduate Master Program NAAD – Neuroscience applied to Architectural Design, IUAV, 2019/2020. NAAD è il primo master internazionale che si occupa di integrare le neuroscienze nella progettazione architettonica. Le tesi illustreranno i progetti sviluppati dagli studenti avvalendosi del contributo delle neuroscienze e della psicologia ambientale.

Introdotte dal direttore scientifico del master Davide Ruzzon, le tesi presentate saranno From Neuroscientific Theoretical Framework to Architectural Design: a New Concept of Workplaces di Veronica Giannini, Maria Chiara Monacelli, Federica Sanchez; Spaces of Awe di Connie Lin; Stimulating Wellness in Milan’s Urban Environment di Juan Carlos Baumgartner; A Saluto-Systemic Approach to Urban Design: an Explorative Study on Venice di Claire Daugeard, Tye Farrow, Carolin Vogelei.

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Informazioni pratiche:

Sabato 22 maggio 2021, nell’ambito del progetto “Biennale Sessions”, presso la Sala F del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale.

11:20-13:30 Presentazione di alcune tesi di laurea selezionate del Postgraduate Master Program NAAD – Neuroscience applied to Architectural Design, IUAV, 2019/2020. Introdotte dal direttore scientifico del master Davide Ruzzon, le tesi presentate saranno From Neuroscientific Theoretical Framework to Architectural Design: a New Concept of Workplaces di Veronica Giannini, Maria Chiara Monacelli, Federica Sanchez; Spaces of Awe di Connie Lin; Stimulating Wellness in Milan’s Urban Environment di Juan Carlos Baumgartner; A Saluto-Systemic Approach to Urban Design: an Explorative Study on Venice di Claire Daugeard, Tye Farrow, Carolin Vogelei.

14:30-16:30 Presentazione del terzo numero della rivista Intertwining dal titolo Weaving body context, realizzato con il contributo di Alessandro Gattara, Sarah Robinson, Davide Ruzzon, Meghal Arya, Harry Mallgrave, Sergei Gepshtein, Klaske Havik, David Sim, Alberto Ferlenga, David Seamon, Isabella Pasqualini, Enrico Miglietta, Gennaro Postiglione, Shaun Gallagher, Marcus Weisen, Tim Ingold, Adrienne Rich.