Il prossimo 15 giugno 2021 l’architetto Davide Ruzzon, direttore di TUNED, divisione di Lombardini22 presenzierà alla settima edizione del Congresso European Healtcare Design 2021 (EHD2021) e del COVID-19 Global Summit, organizzati da SALUS Global Knowledge Exchange e da Architects for Health.
La serie di interventi, che si svolgeranno virtualmente nell’arco di tre giorni (14-17 giugno), vedrà un nutrito stuolo di architetti, medici, scienziati, membri di istituzioni accademiche internazionali ed esperti dei settori sanitari e del design, discutere della progettazione e riqualificazione di ospedali e in generale di spazi per la cura. Il responsabile di Tuned, Davide Ruzzon, contribuirà al dibattito con un interessante intervento dal titolo “In che modo la progettazione di ambienti ospedalieri potrebbe far leva sulle emozioni per facilitare e accelerare il processo di guarigione”, che toccherà le seguenti tematiche:
Inneschi di base del processo di guarigione
Una grande quantità di prove supporta oggi l’antica intuizione secondo cui alcuni fattori, nei luoghi dedicati alla guarigione o intorno a essi, possono migliorare le condizioni fisiologiche umane. Dentro il perimetro di una struttura sanitaria, personale e pazienti traggono molti vantaggi dal contatto con la vegetazione, che sia indoor o attraverso viste rigeneranti, e dalla luce naturale, se opportunamente dosata, per favorire il rilascio dei neurotrasmettitori del ritmo circadiano.
Gli spazi acusticamente ben progettati possono rendere chiara una percezione riducendo l’affaticamento mentale, mentre apportare delle modifiche ai materiali, cambiandone l’assorbimento delle lunghezze d’onda, può produrre una variazione atmosferica riducendo lo stress derivante da percezioni seriali noiose. I colori, allo stesso modo, hanno vari modi per modulare le reazioni fisiologiche. Non ultimo, la presenza di unità di supporto per personale e caregiver, parenti e pazienti, che può produrre una dimensione più pro-sociale, meno formale, favorendo i rapporti tra personale e pazienti e la conclusione dei processi di recupero e guarigione.
Se queste acquisizioni sono significative, certo non esauriscono le potenzialità della risorsa architettura. Sembra che il design debba solo produrre risposte emozionali focalizzate sulla disattivazione, con valenza positiva, come se l’architettura avesse solo il compito di rilassare gli utenti, di rallentare battito cardiaco, respiro e di regolare tutti i valori omeostatici. In realtà,
Sintonia con le aspettative dei sentimenti corporei
La progettazione dei luoghi di cura deve tener presente l’intera gamma di emozioni attese, soprattutto quelle che si sviluppano sugli spazi tra interno ed esterno. Le stanze possono abbracciare scenari attivati e rilassanti, che vanno dal risveglio ai momenti di tranquillità. I ricercatori hanno dimostrato che esistono dei modelli di interazione tra il corpo e lo spazio definiti cinematiche primitive. Questi gesti corporei, tradotti attraverso il design, producendo delle adeguate affordances, mettono in atto delle risposte fisiologiche. In questo modo possiamo occuparci delle esigenze degli utenti armonizzando le diverse aspettative con la progettazione di un ambiente più reattivo.
Le forme architettoniche che inducono le emozioni
All’interno del Dipartimento di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Parma, abbiamo sviluppato il primo livello di una ricerca per capire in che modo la forma dell’ambiente percepito può modulare emozioni, dall’attivazione alla disattivazione.
Questo conflitto richiede la ricalibrazione del nostro modello implicito di interazione con il mondo. Un complesso ospedaliero deve gestire questo passaggio con attenzione per rispondere alla sua missione.