L'Ospedale di Padova e i pilastri della buona progettazione - Padova Ospedale CLOSE UP

L’Ospedale di Padova e i pilastri della buona progettazione

Molto è stato studiato sull’impatto dell’ambiente sul benessere fisico ed emotivo delle persone. Il modo in cui gli spazi costruiti interagiscono con noi, dall’esterno come dall’interno, considerando anche le aspettative che abbiamo, interferisce direttamente con gli esiti di questa relazione uomo-spazio.

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Negli ambienti ospedalieri l’equilibrio di questa connessione può essere ancora più importante. Per questo motivo, per prendersi cura della salute delle persone, è necessario innanzitutto guardare (e curare) l’edificio stesso.

Quasi 40 anni fa, l’esperimento di Roger Ulrich ha dimostrato come i pazienti che alloggiavano in stanze con una finestra con vista sugli alberi (rispetto a un altro gruppo di pazienti con un affaccio su un muro di mattoni) avessero una degenza post-operatoria più breve e commenti negativi da parte del personale infermieristico più contenuti, assumessero meno dosi di analgesici, sia moderati che forti, e avessero minori complicanze post-operatorie (Ulrich 1984, p. 421). Questo non ha fatto che rafforzare l’idea che le persone, indipendentemente da chi siano – utenti di passaggio o assidui frequentatori – ogni volta si trovino in un luogo vengono influenzati, anche inconsciamente, dai suoi elementi.

Cercando di chiarire quali sono gli elementi che provocano gli impatti più intensi, TUNED ha sviluppato una metodologia di approccio da applicare durante il processo di concettualizzazione del progetto, per dare supporto alle altre aree attraverso i concetti delle neuroscienze. Ciò permette una migliore organizzazione e qualità dello spazio, e una maggiore integrazione con contesto e biofilia. L’obiettivo del metodo è quello di sviluppare una fase pre-progettuale per fare in modo che, sulla base delle sue indicazioni, le fasi di progettazione successive producano opere in grado di far emergere emozioni e sentimenti che siano allineati con le aspettative degli utenti. Nel caso degli ambienti ospedalieri, il guadagno consiste anche nell’attivazione di fattori protettivi che rafforzano e accelerano il recupero da traumi o malattie nei pazienti ricoverati, migliorando i servizi per i clienti e riducendo i costi per l’amministrazione.

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Questa è la metodologia che è stata applicata nella proposta progettuale per il concorso del nuovo ospedale di Padova (Italia), sviluppata in collaborazione con T.H.E.MA e Farrow Partners Architects. Il metodo TUNED ha portato al processo alcuni fattori misurabili che sono stati integrati nel progetto, un centro di cura olistico, inserito nella città e nella vegetazione dei parchi circostanti, per raggiungere l’equilibrio tra persone e spazio, aspettative e sentimenti, reddito e risultati: un luogo in cui la salute della mente si intreccia con quella del corpo.

Chiamati anche “pilastri progettuali” per la funzione fondamentale che hanno durante la fase iniziale del progetto, questi fattori misurabili sono in tutto 12 – danno indicazioni durante lo sviluppo del progetto stesso, ma non forniscono ricette applicabili in tutti i progetti allo stesso modo. Tutti i casi, gli edifici, gli spazi e gli utenti, devono essere analizzati puntualmente. All’interno dei pilastri sono inclusi alcuni elementi noti come la luce, l’aria, i materiali naturali, i colori; ma anche, e non solo, i percorsi e l’orientamento, l’arte-terapia e le aree di supporto al personale. 

Nell’Ospedale di Padova, alcuni fattori hanno avuto un ruolo più marcato nell’ideazione del progetto. Considerando l’ampia gamma di emozioni che possono essere evocate tra spazi interni ed esterni, e come gli ambienti possano abbracciare scenari di attivazione e rilassamento, lo spazio è stato pensato per essere un ambiente reattivo, per armonizzarsi con le aspettative degli utenti in modo da equilibrare le emozioni e regolarne lo stress. 

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In quanto edificio per servizi sanitari, inoltre, deve promuovere usi e pratiche salutari. Come dimostrano diversi studi scientifici, il movimento del corpo è fondamentale per produrre la proteina responsabile della neurogenesi (l’origine e lo sviluppo di nuove cellule neuronali), il BNDF – Brain-Derived Neurotrophic Factor (Di Liegro et al. 2019; Małczyńska et al. 2019). Per questo motivo, lo spazio costruito dovrebbe essere in grado di facilitare l’attività fisica e il movimento attraverso l’offerta di “attrattori”. Un esempio è la collocazione di servizi in diversi punti dell’ospedale per indurre le persone a muoversi senza usare ascensori o tapis roulant.

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Ci si è anche preoccupati di costruire uno spazio che facilitasse gli utenti nell’elaborazione di mappe allocentriche, stimolasse l’ippocampo (gli studi dimostrano che chi non sviluppa mappe mentali allocentriche è più predisposto allo sviluppo di malattie degenerative) e migliorasse il wayfinding intuitivo, attraverso l’integrazione delle diverse scale di percezione (dalla navigazione esterna a quella interna), il riconoscimento dei reparti, l’uso dei colori e una corretta organizzazione formale e spaziale.

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Oltre ad incrementare i risultati positivi, attraverso lo spazio si possono anche ridurre gli aspetti negativi, come stress ed errori. È stato dimostrato che lo stress ha una forte influenza sui telomeri, regioni terminali dei cromosomi, che hanno la funzione di proteggerli dal deterioramento (Lin et al. 2022). Gli studi di Roger Ulrich (Ulrich 2008) evidenziano come la presenza di verde all’interno degli ambienti ospedalieri comporti una significativa riduzione dello stress e del dolore, e un decisivo miglioramento della scala della tristezza, non solo nei pazienti ma anche nel personale e nei familiari.

Altro tema importante è il rumore, una delle principali cause di stress in ambiente ospedaliero. Il rumore ambientale influisce sul sonno dei pazienti, aumenta la loro pressione sanguigna e diminuisce le loro risposte immunitarie, ma ha anche conseguenze dirette sull’attenzione e sulla precisione del personale sanitario. Attraverso la progettazione, alcune misure (utilizzando materiali, forme e dispositivi specifici) possono mitigare e ricalibrare questi parametri per ridurre il disagio e gli errori.

I pilastri della progettazione, oggi definiti da 12 fattori, probabilmente saranno incrementati in futuro. Negli ultimi decenni si è studiato molto per cercare di capire, attraverso i concetti delle neuroscienze, in che modo l’architettura si relazionasse con le persone, in modo da progettare e creare per queste spazi più sani. Ma molto deve essere ancora studiato. Con una maggiore conoscenza, i pilastri che guideranno la concezione del progetto verso un’architettura incentrata sulle persone – un’architettura in cui i corpi e le menti sono connessi con l’ambiente, intercomunicano e cercano l’equilibrio – saranno ancora più solidi e sosterranno la salute di tutti.

Bibliography

Di Liegro et al. 2019 Carlo Maria Di Liegro; Gabriella Schiera; Patrizia Proia; Italia Di Liegro. Physical Activity and Brain Health. Genes 2019, 10, 720;

Lin et al. 2022 – Jue Lina, Elissa Epel. Stress and telomere shortening: Insights from cellular mechanisms. Ageing Res Rev. 2022 Jan; 73:101507. doi: 10.10 16/j.arr.2021.101507. Epub 2021 Nov 1. PMID: 34736994; PMCID: PMC8920518;

Małczyńska et al. 2019 Paulina Małczyńska, Zofia Piotrowicz, Dorota Drabarek, Józef Langfort, Małgorzata Chalimoniuk, The role of the brain derived neurotrophic factor in neurodegenerative processes an in the neuroregeneration mechanisms induced by increased physical activity. Postepy Biochem 2019;

TUNED 2021 – Healthcare Neuroscience Applied to Architecture, 27.10.2021 – 0000 ES F PR 01 17- TUNED, Lombardini22, Milan 2021;

Ruzzon 2021 Davide Ruzzon, Emotion drive healing. Speech held by the architect Davide Ruzzon at the European Healthcare Design congress, London 2021;

Ulrich 2008 Roger S. Ulrich, Biophilic design of healthcare environments. In S. Kellert, J. Heerwagen, & M. Mador (Eds.), Biophilic design for better buildings and communities (pp. 87–106). New York, NY: Wiley;

Ulrich 1984 – Roger S. Ulrich, View through a window may influence recovery from surgery. Science, New Series, Volume 224, Issue 4647,1984 (420–421).

Articolo di Clarissa Machado, Architetta