Spazio, azione, emozione: dialogo con Fausto Caruana - Intervista a Caruana

Spazio, azione, emozione: dialogo con Fausto Caruana

Ma cosa sono le emozioni? E che ruolo hanno nella nostra vita quotidiana? Lo chiede il direttore di Tuned Davide Ruzzon a Fausto Caruana, docente di neuroscienze all’Università di Parma e membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che alle emozioni ha dedicato parte della sua vita e delle sue ricerche.

Di seguito alcuni estratti dell’intervista che potrete ascoltare nella sua versione integrale nel podcast.

Davide Ruzzon: Buongiorno Fausto, grazie per aver accolto la nostra richiesta. Partiamo con una domanda secca: per quale ragione hai deciso di dedicare parte della tua ricerca allo studio delle emozioni?

Fausto Caruana: tre diverse ragioni mi hanno portato a studiare le emozioni in neuroscienze. La prima è perché vengo da Parma, città in cui sono stati scoperti i neuroni specchio, cellule motorie che hanno fatto emergere in me il sospetto che un meccanismo analogo potesse esistere anche nell’ambito delle emozioni.

La seconda è che in quegli anni studiavo l’insula, una regione del cervello piuttosto misteriosa e legata alle emozioni. E la terza è dovuta alla collaborazione con l’ospedale Niguarda, che è un centro in cui si effettuano delle stimolazioni intraparenchimale per motivi clinici che ci hanno permesso di capire come fosse possibile evocare delle emozioni.

DR: Come architetti siamo molto legati, per ovvi motivi, al controllo dello spazio. Esistono, e se sì quali sono, dei legami tra le emozioni e le cinematiche motorie del corpo nello spazio?

FC: il legame tra emozioni e cinematiche motorie è relativamente recente in ambito neuroscientifico ed è connesso al fatto che negli ultimi tempi c’è stato un allargamento del concetto di emozione. Lo studio scientifico delle emozioni e delle espressioni facciali nato con Darwin nel 1872 è riemerso un secolo dopo, con una teoria nota come la “Teoria delle emozioni di base”, secondo la quale esisterebbero nel cervello umano un numero limitato di emozioni (felicità, paura, tristezza, sorpresa, rabbia, disgusto e disprezzo), e queste funzionerebbero come centri neurali specifici e discreti.

Negli ultimi tempi il concetto di emozione permea ambiti che non sono tipicamente quelli dell’espressione facciale. Uno di questi è la cinematica motoria. Il gesto con cui vengono eseguite determinate azioni, infatti, è, a suo modo, emozionale.

DR: Cosa significa che lo spazio, come sosteneva Poincaré, si misura in azioni potenziali più che in metri o in centimetri?

FC: Henri Poincaré, fisico matematico ed epistemologo francese, scriveva che lo spazio si misura in azioni potenziali e non in centimetri o metri.  Il modo in cui concepiamo gli oggetti nel mondo intorno a noi non assomiglia alla proiezione di un oggetto dimensionale su uno spazio bidimensionale come avviene, per esempio, quando un pittore dipinge un quadro, ma attraverso l’interazione di informazioni corporee e quindi visive, tattili cinestetiche e motorie.

Lo spazio motorio può avere tante dimensioni quanti sono i muscoli che possediamo e quindi va ben al di là dello spazio cartesiano classico, secondo cui localizzare un oggetto nello spazio significa rappresentare quelli che sono i movimenti che servono per raggiungere quell’oggetto. La mente dipende, infatti, dalla dimensione dell’azione e dalla dimensione corporea.

DR: Un’ultima domanda: dal tuo punto di vista, gli spazi possono essere connotati in termini emotivi in modo da suggerire azioni motorie?

FC: Io credo che gli studi sull’emozione oggi confermino che gli spazi possono essere connotati in termini emotivi e che possono facilitare o suggerire azioni motorie. Oggi sappiamo che lo spazio è intrinsecamente legato alle possibilità di azione e che i sistemi emozionali e quelli motori sono fortemente interconnessi. Da un punto di vista neuroscientifico quindi influenzare il dominio emozionale può avere delle ricadute sull’attività motoria, influenzare gli stati motivazionali, facilitare alcune azioni o inibirne altre.