in un video le radici di TUNED
L’architettura custodisce legami antichi che hanno sede e origine nel rapporto tra il nostro corpo e lo spazio. Quando, circa due milioni di anni fa, l’uomo trasformò il proprio modo di muoversi e di esperire il mondo, da quadrupede facendosi erectus, innescò un cambio di paradigma biologico che lo condusse ad irrobustire un legame atavico tra memoria, sentimento ed attesa, che vedeva nel corpo una sorta di congiunzione spaziale tra passato, presente e futuro.
Quando stiamo per oltrepassare la soglia di uno spazio costruito, infatti, il nostro corpo, denso di ricordi e di aspettative, si lascia permeare dell’architettura e genera un’attesa. È compito dell’architettura fare in modo che quest’attesa non si tramuti in un coacervo di disillusioni e di delusioni, e lo deve fare guidando ed alimentando le relazioni che intercorrono tra corpo ed emozioni, e interrogandosi, come fa TUNED, su quale sia il modo migliore per fare rivivere queste dimensioni corporee attraverso la progettazione architettonica, su quali siano le ragioni che muovono la progettazione stessa, su come sfruttare al meglio i mezzi a disposizione e su quali siano gli obiettivi principali da perseguire.
TUNED intravede nella collaborazione tra neuroscienze e architettura una delle possibili chiavi per poter rispondere a questi interrogativi. È grazie alle scoperte scientifiche degli ultimi anni, infatti, che l’architettura ha potuto attingere a un bagaglio di conoscenze molto più ampio, e a fondare il proprio contributo su concetti che per troppo tempo sono rimasti reclusi nell’ambito delle ipotesi, scevri di qualsiasi supporto scientifico. E lo fa grazie al lavoro meticoloso e appassionato del suo board costituito da architetti, di neuroscienziati e psicologi ambientali, che, grazie alle loro continue ricerche, forniscono preziose informazioni scientifiche.
Articolo di Antonio Sorrentino